I luoghi densi di storia, la musica, la fotografia ma anche la memoria di fasi critiche della nostra esistenza come il terremoto, in una parola la nostra cultura.

C’erano tutti questi elementi ieri sera all’Abbazia medievale del Goleto ed ho apprezzato molto lo sforzo, “in tempi di Covid”, di svolgere un evento così articolato ed interessante; naturalmente si può fare sempre di meglio e di più.

La musica di Enzo Avitabile che trae origini dai più antichi canti popolari innalzandosi a “world music” ci ha regalato emozioni, momenti di spensieratezza.

Come ci ha fatto sognare la mostra fotografica di Ortensio Zecchino ispirata alle Georgiche di Virgilio con scorci di vita contadina, di paesaggi rurali, di antichi casolari e ruderi che purtroppo non ci sono più, facendoci riflettere anche sugli errori del passato.

Quegli stessi errori compiuti all’indomani del terremoto quando la maldestra mano dell’uomo e della mala politica ha preferito continuare la furia del sisma abbattendo, invece di conservare, tracce importanti della nostra architettura rurale ed in alcuni casi interi quartieri antichi, delocalizzando la ricostruzione e svuotando e snaturando campagne ed interi centri storici.

La politica del domani, dello sviluppo turistico/culturale, la nostra politica, non farà più questi errori.